Conclusioni
Ancora oggi il DCA è considerato, dalla maggior parte degli studiosi, una delle patologia ad eziologia multipla. La presenza di molti fattori eziologici concomitanti ci porta ad interrogarci su due punti fondamentali: perché il DCA è tipico nelle persone che presentano tratti caratteriali come l’insicurezza? e perché tali pazienti hanno una preoccupazione così rigida e pervasiva sulle forme corporee, sul peso e sull’aspetto fisico?
Un attaccamento insicuro, non fornisce al soggetto gli strumenti per fronteggiare in modo adeguato le emozioni negative e lo stress; favorendo una spiccata sensibilità al giudizio e una necessità di approvazione da parte della famiglia e del gruppo di pari. L’insicurezza, il bisogno di uno schema stabile a cui aderire e un’educazione di genere potrebbe incentivare, nei pazienti, l’adesione acritica ad uno stereotipo femminile o maschile che sia, per garantirsi una maggiore possibilità di essere amati. Perciò sostengo che solo l’unione dei due fattori di rischio possa effettivamente favorire l’insorgenza di un DCA. Le bambine e le adolescenti si uniformano, ad uno schema comportamentale che concentra l’attenzione sulla bellezza l’accondiscendenza e l’aspetto fisico; mentre i ragazzi e gli adolescenti tendono a accentuare le loro caratteristiche fisiche di mascolinità e aggressività rendendo prominenti i muscoli e lavorando su una struttura fisica a V. In entrambi i casi ci si concentra sull’apparenza; su un guscio, spesso vuoto, se non definito dagli altri, che è il corpo. Mettono da parte necessità, ambizioni e caratteristiche personali per uniformarsi a regole scritte e definite da secoli che accentuano la differenza tra i sessi e garantiscono l’appartenenza ad un gruppo che sia esso maschile o femminile. Non essendo in grado di conoscere e considerare i propri bisogni e le proprie emozioni, tali pazienti avrebbero infatti la necessità di essere amati di un amore incondizionato, non necessariamente collegato alle prestazione fisiche o intellettuali. Questo conflitto genera delle contraddizioni in termini di coerenza interna e identità e facilita insoddisfazione e ribellione che sfociano spesso nel DCA .
Tali ipotesi andrebbero ulteriormente verificate sia con degli studi longitudinali fatti nei vari periodi di sviluppo dei pazienti, sia utilizzando dei campioni di soggetti appartenenti ad entrambi i sessi.Per finire sarebbe interessante confrontare i risultati in un ambiente metropolitano ed in un ambiente rurale.
Ritornando al problema eziologico possiamo dunque annoverare tra le cause di disturbo alimentare un attaccamento insicuro ed un ancoraggio al ruolo femminile. Entrambi questi atteggiamenti si decidono in età infantile o comunque molto precoce, al punto che sembra evidente la necessità di realizzare una prevenzione ad ampio spettro sia sulla coppia genitoriale che sui bambini.
Il fine ultimo di questo lavoro è quello di favorire una diagnosi rapida personalizzata e differenziale e incentivare dei progetti di prevenzione rivolti ad una popolazione infantile senza distinzione di genere che impedisca precocemente l’istaurarsi del DCA e la cronicizzazione dei relativi sintomi.
Ancora oggi il DCA è considerato, dalla maggior parte degli studiosi, una delle patologia ad eziologia multipla. La presenza di molti fattori eziologici concomitanti ci porta ad interrogarci su due punti fondamentali: perché il DCA è tipico nelle persone che presentano tratti caratteriali come l’insicurezza? e perché tali pazienti hanno una preoccupazione così rigida e pervasiva sulle forme corporee, sul peso e sull’aspetto fisico?
Un attaccamento insicuro, non fornisce al soggetto gli strumenti per fronteggiare in modo adeguato le emozioni negative e lo stress; favorendo una spiccata sensibilità al giudizio e una necessità di approvazione da parte della famiglia e del gruppo di pari. L’insicurezza, il bisogno di uno schema stabile a cui aderire e un’educazione di genere potrebbe incentivare, nei pazienti, l’adesione acritica ad uno stereotipo femminile o maschile che sia, per garantirsi una maggiore possibilità di essere amati. Perciò sostengo che solo l’unione dei due fattori di rischio possa effettivamente favorire l’insorgenza di un DCA. Le bambine e le adolescenti si uniformano, ad uno schema comportamentale che concentra l’attenzione sulla bellezza l’accondiscendenza e l’aspetto fisico; mentre i ragazzi e gli adolescenti tendono a accentuare le loro caratteristiche fisiche di mascolinità e aggressività rendendo prominenti i muscoli e lavorando su una struttura fisica a V. In entrambi i casi ci si concentra sull’apparenza; su un guscio, spesso vuoto, se non definito dagli altri, che è il corpo. Mettono da parte necessità, ambizioni e caratteristiche personali per uniformarsi a regole scritte e definite da secoli che accentuano la differenza tra i sessi e garantiscono l’appartenenza ad un gruppo che sia esso maschile o femminile. Non essendo in grado di conoscere e considerare i propri bisogni e le proprie emozioni, tali pazienti avrebbero infatti la necessità di essere amati di un amore incondizionato, non necessariamente collegato alle prestazione fisiche o intellettuali. Questo conflitto genera delle contraddizioni in termini di coerenza interna e identità e facilita insoddisfazione e ribellione che sfociano spesso nel DCA .
Tali ipotesi andrebbero ulteriormente verificate sia con degli studi longitudinali fatti nei vari periodi di sviluppo dei pazienti, sia utilizzando dei campioni di soggetti appartenenti ad entrambi i sessi.Per finire sarebbe interessante confrontare i risultati in un ambiente metropolitano ed in un ambiente rurale.
Ritornando al problema eziologico possiamo dunque annoverare tra le cause di disturbo alimentare un attaccamento insicuro ed un ancoraggio al ruolo femminile. Entrambi questi atteggiamenti si decidono in età infantile o comunque molto precoce, al punto che sembra evidente la necessità di realizzare una prevenzione ad ampio spettro sia sulla coppia genitoriale che sui bambini.
Il fine ultimo di questo lavoro è quello di favorire una diagnosi rapida personalizzata e differenziale e incentivare dei progetti di prevenzione rivolti ad una popolazione infantile senza distinzione di genere che impedisca precocemente l’istaurarsi del DCA e la cronicizzazione dei relativi sintomi.