"I vostri figli non sono figli vostri... sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perchè la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni. Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi." K. Gibran

Esami, università, lavoro, casa, amici, compleanni, aperitivi, serate a ballare, matrimoni e… ”sono incinta!”. La vita improvvisamente cambia. La nascita di un figlio – in particolare del primogenito – comporta una riorganizzazione della vita di coppia e la costruzione di una famiglia. L’entrata in casa di un bambino impone un’attenzione quasi totale ad esigenze che non sono le nostre; spesso causa nottate in bianco e nervosismo reciproco tra i neo-genitori.
Un figlio, in altre parole, pone oggettivamente nuovi e molteplici problemi, che portano ad una modificazione dei comportamenti e delle abitudini che prima erano consolidate. Più in generale, diventare genitori significa assumersi nuove responsabilità nei confronti del figlio e di sé stessi. In questo processo spesso si è spaventati e sopraffatti dal senso di stanchezza. Ci si sente soli ad affrontare giornate che sono lungi dall’essere serene, ma che potrebbero cambiare radicalmente anche solo ascoltando l’esperienza analoga di un’altra mamma o papà che si trova nella stessa situazione con un figlio della stessa età del proprio.
Con il tempo comunque si torna alla quotidianità e si è catturati dal vortice dell’immediatezza di un’agire pratico che purtroppo non concede molti spazi alla riflessione. Spesso l’atteggiamento produttivo e pragmatico che manteniamo in altri ambiti (quello lavorativo per esempio) lo trasferiamo nella relazione con i figli.
I genitori a volte si trovano a destreggiarsi tra pianti e capricci, stanchezza e sonno; la lucidità diminuisce e non si riesce ad entrare in empatia con i propri figli.
È necessario mettere in campo i momenti di stanchezza e di indecisione e parlare liberamente di come il bimbo mangia, di come dorme, di come fa i capricci e piange durante la notte, di come la vita e la coppia genitoriale stia cambiando e si stia evolvendo in una famiglia.
Il sostegno alla genitorialità si può effettuare sia con delle sedute di parent-training, sia con la formazione di gruppi di auto-aiuto.
In entrambe le situazioni si può discutere e ci si può confrontare su come far crescere dei figli autonomi, positivi e responsabili. Questa attenzione all'essere genitore permette di individuare, immaginare e sperimentare come rispettare ed esaudire i bisogni sia del bambino che dell'adulto.
In altre parole si crea uno spazio dove poter sbagliare, confrontarsi, emozionarsi e trovare la libertà di poter essere un genitore che, consapevole dei propri limiti e delle proprie risorse, non ha paura di essere imperfetto.
Obbiettivi:
· Ascolto attivo, comprensione e facilitazione della comunicazione.
· Confronto e condivisione per la soluzione dei problemi.
· Presa di consapevolezza dell’educazione desiderata per i propri figli.
· Promozione della libertà espressiva: parlare di sentimenti leciti e giusti ma che nell'immaginario comune non si addicono ad un genitore (es: ho voglia di uscire a cena con mia moglie/marito o con i miei amici).
Un figlio, in altre parole, pone oggettivamente nuovi e molteplici problemi, che portano ad una modificazione dei comportamenti e delle abitudini che prima erano consolidate. Più in generale, diventare genitori significa assumersi nuove responsabilità nei confronti del figlio e di sé stessi. In questo processo spesso si è spaventati e sopraffatti dal senso di stanchezza. Ci si sente soli ad affrontare giornate che sono lungi dall’essere serene, ma che potrebbero cambiare radicalmente anche solo ascoltando l’esperienza analoga di un’altra mamma o papà che si trova nella stessa situazione con un figlio della stessa età del proprio.
Con il tempo comunque si torna alla quotidianità e si è catturati dal vortice dell’immediatezza di un’agire pratico che purtroppo non concede molti spazi alla riflessione. Spesso l’atteggiamento produttivo e pragmatico che manteniamo in altri ambiti (quello lavorativo per esempio) lo trasferiamo nella relazione con i figli.
I genitori a volte si trovano a destreggiarsi tra pianti e capricci, stanchezza e sonno; la lucidità diminuisce e non si riesce ad entrare in empatia con i propri figli.
È necessario mettere in campo i momenti di stanchezza e di indecisione e parlare liberamente di come il bimbo mangia, di come dorme, di come fa i capricci e piange durante la notte, di come la vita e la coppia genitoriale stia cambiando e si stia evolvendo in una famiglia.
Il sostegno alla genitorialità si può effettuare sia con delle sedute di parent-training, sia con la formazione di gruppi di auto-aiuto.
In entrambe le situazioni si può discutere e ci si può confrontare su come far crescere dei figli autonomi, positivi e responsabili. Questa attenzione all'essere genitore permette di individuare, immaginare e sperimentare come rispettare ed esaudire i bisogni sia del bambino che dell'adulto.
In altre parole si crea uno spazio dove poter sbagliare, confrontarsi, emozionarsi e trovare la libertà di poter essere un genitore che, consapevole dei propri limiti e delle proprie risorse, non ha paura di essere imperfetto.
Obbiettivi:
· Ascolto attivo, comprensione e facilitazione della comunicazione.
· Confronto e condivisione per la soluzione dei problemi.
· Presa di consapevolezza dell’educazione desiderata per i propri figli.
· Promozione della libertà espressiva: parlare di sentimenti leciti e giusti ma che nell'immaginario comune non si addicono ad un genitore (es: ho voglia di uscire a cena con mia moglie/marito o con i miei amici).