Attaccamento sicuro sistema di prevenzione contro lo stress?
Alcune evidenze sperimentali mostrano la presenza di disturbi alimentari già in età infantile. (Ammaniti et al.,2004; Anderson et al., 2011; Anderson et al., 2012;).
La maggior parte delle strategie di prevenzione e cura sull’obesità nei bambini pone l’attenzione sulle calorie assunte e consumante, con lo scopo tenere sotto controllo il tipo e la quantità di cibo ingerito e in parallelo aumentare l’attività fisica. Si fa attenzione dunque al rapporto che il piccolo paziente ha con il cibo e allo stile di vita che conduce (Flynn et al., 2006).
Anche se è evidente che: una dieta equilibrata e salutare, una costante attività fisica migliori la qualità della vita di chiunque; è altrettanto evidente che con questo approccio spesso si va incontro a risultati minimi che tendono ad essere non duraturi e limitati (Ciampa et al., 2010; Whitlock et al., 2010).
Nasce quindi l’esigenza guardare l’obesità infantile da un’altra prospettiva.
Anderson (et al., 2011) propongono l’attaccamento insicuro come un fattore di rischio per l’obesità in bambini di età infantile. Frequentemente la mancanza di una base sicura favorisce la mancata regolazione delle emozioni negative che viene solitamente associata alla presenza di obesità o di disturbo alimentare. Sembrerebbe quasi che i bambini e in seguito le persone adulte in sovrappeso, non avendo gli strumenti per fronteggiare un’attivazione emozionale negativa calmino le loro ansie e inadeguatezze attraverso il cibo.
Un’esagerata risposta allo stress e un alto livello di stress può distruggere la funzionalità e lo sviluppo di sistemi fisiologici correlati con l’equilibrio delle energie assunte, il peso corporeo e la distribuzione della massa magra. Tali sistemi inoltre sono in relazione con la regolazione del sonno, dell’umore, delle attività motorie e del consumo del cibo. La difficoltà nella regolazione delle emozioni negative, come paura, tristezza, ansia e rabbia potrebbero scatenare l’esigenza o l’abitudine di mangiare in assenza di fame ( Warne et al., 2009; Calabrese et al., 2009; Vgontzas et al., 2006; Dallman et al., 2003).
Considerando che i meccanismi necessari per le risposte allo stress e la regolazione delle emozioni si formano nelle prime fasi dello sviluppo celebrale; è possibile supporre che un corretto sviluppo di tali meccanismi sia associato alla presenza di figure di riferimento empatiche e in grado di soddisfare le esigenze emotive presenti nei primi tre anni di vita del bambino (McEwen et al., 2008)
Una buona soddisfazione dei bisogni infantili e un’adeguata regolazione delle emozione è garantita da una relazione primaria empatica che pone le basi per una attaccamento sicuro. Il relazionarsi ai genitori come ad una base sicura permette al bambino di esplorare con libertà e sicurezza, gli consente di adattarsi facilmente a persone e situazioni nuove sviluppando capacità cognitive che permettono di affrontare le situazioni stressanti con successo. I bambini con un attaccamento sicuro hanno una prestazione migliore se confrontati con quelli con attaccamento insicuro nei compiti che richiedono una regolazione emotiva, e hanno risposta fisiologica più equilibrata allo stress (Schore, 2001; Waters 2010; Calkins et al., 2011; Sroufe et al., 2005).
I bambini che a 24 mesi hanno un comportamento che prevede un attaccamento insicuro all’età di quattro anni e mezzo hanno un probabilità più alta di essere obesi se confrontati con i bambini che hanno un comportamento da attaccamento sicuro (Anderson et al., 2011). Il bambino che ha un attaccamento sicuro è più facilmente consolabile in situazioni stressanti e più abile a regolare le emozioni negative.
Sembrerebbe, inoltre, che un attaccamento sicuro permetta durante l’infanzia una migliore regolazione delle emozioni e una più bassa probabilità di mangiare in risposta allo stress emotivo, proprio nel momento in cui il sistemo limbico (parte emotiva dell’encefalo) è in fase di sviluppo.
Il bambino con attaccamento insicuro è come se non avesse le competenze per affrontare una situazioni difficile, che lo porta fuori dai suoi schemi. Di conseguenza l’evento spiacevole provoca una attivazione fisiologica eccessiva e una disorganizzazione comportamentale, il bambino sperimenta sensazioni di paura ansia e abbandono che gli impediscono di affrontare l’imprevisto in modo autonomo e risolutivo (Anderson et al., 2011).
Uno studio successivo, sempre degli stessi autori, estende i risultati precedenti: evidenziando che un bambino che ha un attaccamento insicuro o che ha una madre con una più bassa sensibilità emotiva ha un rischio maggiore di obesità in età adolescenziale se confrontato con una bambino che ha un attaccamento sicuro o che ha con un madre sensibile emotivamente. In altre parole un bambino che durante la prima infanzia (18-24-36 mesi) ha avuto un attaccamento insicuro o una figura di riferimento che non abbia soddisfatto un maniera adeguata i suoi bisogni emotivi, ha una maggiore probabilità di diventare obeso in età adolescenziale (12 e i 15,9 anni) (Anderson et al., 2012).
Il bambino trae sicurezza dalle risposte affettive della figura di riferimento, e il sentirsi compreso e rassicurato nel momento del bisogno lo fa crescere con un’immagine di se più stabile, autonoma ed efficace. In un attaccamento sicuro l’empatia della figura di riferimento comunica un serenità e una tranquillità che permette di accogliere il piccolo unicamente per come è fatto e non per come dovrebbe essere per aderire ad un modello di comportamento ideale. Dando la possibilità la bambino di esprimersi senza essere giudicato per il comportamento o per la qualità delle prestazioni, fa sentire l’infante accolto e amato di un amore incondizionato.
Alcune evidenze sperimentali mostrano la presenza di disturbi alimentari già in età infantile. (Ammaniti et al.,2004; Anderson et al., 2011; Anderson et al., 2012;).
La maggior parte delle strategie di prevenzione e cura sull’obesità nei bambini pone l’attenzione sulle calorie assunte e consumante, con lo scopo tenere sotto controllo il tipo e la quantità di cibo ingerito e in parallelo aumentare l’attività fisica. Si fa attenzione dunque al rapporto che il piccolo paziente ha con il cibo e allo stile di vita che conduce (Flynn et al., 2006).
Anche se è evidente che: una dieta equilibrata e salutare, una costante attività fisica migliori la qualità della vita di chiunque; è altrettanto evidente che con questo approccio spesso si va incontro a risultati minimi che tendono ad essere non duraturi e limitati (Ciampa et al., 2010; Whitlock et al., 2010).
Nasce quindi l’esigenza guardare l’obesità infantile da un’altra prospettiva.
Anderson (et al., 2011) propongono l’attaccamento insicuro come un fattore di rischio per l’obesità in bambini di età infantile. Frequentemente la mancanza di una base sicura favorisce la mancata regolazione delle emozioni negative che viene solitamente associata alla presenza di obesità o di disturbo alimentare. Sembrerebbe quasi che i bambini e in seguito le persone adulte in sovrappeso, non avendo gli strumenti per fronteggiare un’attivazione emozionale negativa calmino le loro ansie e inadeguatezze attraverso il cibo.
Un’esagerata risposta allo stress e un alto livello di stress può distruggere la funzionalità e lo sviluppo di sistemi fisiologici correlati con l’equilibrio delle energie assunte, il peso corporeo e la distribuzione della massa magra. Tali sistemi inoltre sono in relazione con la regolazione del sonno, dell’umore, delle attività motorie e del consumo del cibo. La difficoltà nella regolazione delle emozioni negative, come paura, tristezza, ansia e rabbia potrebbero scatenare l’esigenza o l’abitudine di mangiare in assenza di fame ( Warne et al., 2009; Calabrese et al., 2009; Vgontzas et al., 2006; Dallman et al., 2003).
Considerando che i meccanismi necessari per le risposte allo stress e la regolazione delle emozioni si formano nelle prime fasi dello sviluppo celebrale; è possibile supporre che un corretto sviluppo di tali meccanismi sia associato alla presenza di figure di riferimento empatiche e in grado di soddisfare le esigenze emotive presenti nei primi tre anni di vita del bambino (McEwen et al., 2008)
Una buona soddisfazione dei bisogni infantili e un’adeguata regolazione delle emozione è garantita da una relazione primaria empatica che pone le basi per una attaccamento sicuro. Il relazionarsi ai genitori come ad una base sicura permette al bambino di esplorare con libertà e sicurezza, gli consente di adattarsi facilmente a persone e situazioni nuove sviluppando capacità cognitive che permettono di affrontare le situazioni stressanti con successo. I bambini con un attaccamento sicuro hanno una prestazione migliore se confrontati con quelli con attaccamento insicuro nei compiti che richiedono una regolazione emotiva, e hanno risposta fisiologica più equilibrata allo stress (Schore, 2001; Waters 2010; Calkins et al., 2011; Sroufe et al., 2005).
I bambini che a 24 mesi hanno un comportamento che prevede un attaccamento insicuro all’età di quattro anni e mezzo hanno un probabilità più alta di essere obesi se confrontati con i bambini che hanno un comportamento da attaccamento sicuro (Anderson et al., 2011). Il bambino che ha un attaccamento sicuro è più facilmente consolabile in situazioni stressanti e più abile a regolare le emozioni negative.
Sembrerebbe, inoltre, che un attaccamento sicuro permetta durante l’infanzia una migliore regolazione delle emozioni e una più bassa probabilità di mangiare in risposta allo stress emotivo, proprio nel momento in cui il sistemo limbico (parte emotiva dell’encefalo) è in fase di sviluppo.
Il bambino con attaccamento insicuro è come se non avesse le competenze per affrontare una situazioni difficile, che lo porta fuori dai suoi schemi. Di conseguenza l’evento spiacevole provoca una attivazione fisiologica eccessiva e una disorganizzazione comportamentale, il bambino sperimenta sensazioni di paura ansia e abbandono che gli impediscono di affrontare l’imprevisto in modo autonomo e risolutivo (Anderson et al., 2011).
Uno studio successivo, sempre degli stessi autori, estende i risultati precedenti: evidenziando che un bambino che ha un attaccamento insicuro o che ha una madre con una più bassa sensibilità emotiva ha un rischio maggiore di obesità in età adolescenziale se confrontato con una bambino che ha un attaccamento sicuro o che ha con un madre sensibile emotivamente. In altre parole un bambino che durante la prima infanzia (18-24-36 mesi) ha avuto un attaccamento insicuro o una figura di riferimento che non abbia soddisfatto un maniera adeguata i suoi bisogni emotivi, ha una maggiore probabilità di diventare obeso in età adolescenziale (12 e i 15,9 anni) (Anderson et al., 2012).
Il bambino trae sicurezza dalle risposte affettive della figura di riferimento, e il sentirsi compreso e rassicurato nel momento del bisogno lo fa crescere con un’immagine di se più stabile, autonoma ed efficace. In un attaccamento sicuro l’empatia della figura di riferimento comunica un serenità e una tranquillità che permette di accogliere il piccolo unicamente per come è fatto e non per come dovrebbe essere per aderire ad un modello di comportamento ideale. Dando la possibilità la bambino di esprimersi senza essere giudicato per il comportamento o per la qualità delle prestazioni, fa sentire l’infante accolto e amato di un amore incondizionato.